Contratto d'ingegneria o consulenza destinata a influire sulla gara per l'appalto dei 12 elicotteri Agusta Westland per i super vip del governo indiano, dietro il quale la Procura di Busto Arsizio vede allungarsi l'ombra delle tangenti? E' su questo che si scaldano gli animi durante il primo interrogatorio di Guido Ralph Haschke, italo-americano residente a Lugano ritenuto dall'accusa il mediatore di quelle tangenti per la famiglia di notabili indiani Tyagi, a cui appartiene anche l'ex capo di Stato maggiore dell'aviazione.
Nel processo in corso a Busto Arsizio a carico dell'ex amministratore delegato e presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, e dell'ex ad di Agusta Westland, Bruno Spagnolini, il 62enne Guido Ralph Hascke ha cominciato a ricostruire l'affaire indiano e a chiarire il suo ruolo.
"Lei aveva un contratto d'ingegneria?" gli ha chiesto il pm Eugenio Fusco. In aula si sente un flebile sì, ma non è stato Haschke a pronunciarlo, bensì Orsi, imputato, che ammette: "È scappato a me". La questione non è di poco conto, perché un contratto d'ingegneria sarebbe del tutto lecito, mentre una consulenza destinata a seguire l'andamento della gara è espressamente vietata dalla normativa indiana, tanto che i russi che volevano partecipare furono esclusi anche perché con l'offerta non avevano depositato il cosiddetto "patto d'integrità", che, appunto, esclude questo tipo di intervento.
Per il legale di Orsi, il professore Ennio Amodio, l’italo-americano di Lugano ''in questo primo round non ha dimostrato un'accusa molto forte. Aspettiamo la seconda puntata, magari il pm ha tenuto in serbo delle frecce più avvelenate''. Lo si saprà il prossimo 6 dicembre quando Guido Ralph Hasche comparirà davanti alla Corte per il secondo giorno di interrogatorio.
ANSA/Diem
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