I fossili d’una madre e della sua cucciolata sono la testimonianza più antica di protomammiferi. Trovati in Arizona, risalgono a 184 milioni di anni fa e saranno fondamentali per comprendere l’evoluzione e la riproduzione di tutte le specie successive.
Quelli riportati alla luce dai ricercatori dell’Università del Texas e di cui riferisce la rivista Nature, sono i resti di kayentatherium, un genere di cynodonte trylodontide vissuto durante il Giurassico.
I piccoli sono ben 38, il doppio di quelli che ci si aspetterebbe anche per i più prolifici rappresentanti di questa classe di vertebrati, più in linea con quanto succede per i rettili. Un altro indizio della vicinanza a questo genere di animali è il cranio, simile per forma, se non per dimensione, a quello dell’adulto, come appunto succede per serpenti e simili, la cui testa non subisce alcuna modifica somatica (allungamento) nella fase della crescita. Questo dato supporta l’idea che sia stata l’evoluzione di cervelli più grandi a guidare i cambiamenti successivi.
ANSA/dg