Il ruolo degli uffici di cambio come strumenti del riciclaggio. Si è aperto giovedì al Tribunale penale di Bellinzona il processo nei confronti dell’amministratore unico di una di queste società. È un caso da cui emergono collegamenti tra il Ticino e la cosiddetta “Banca della camorra” di Milano.
Per legge di fronte ad operazioni superiori ai 5’000 franchi occorre identificare e registrare le persone che chiedono di cambiare denaro. Invece agli sportelli della società dell’imputato alcuni clienti hanno cambiato anche 100’000 franchi senza venire registrati.
L’escamotage consisteva nel fare uno “spezzatino” dell’importo, facendo figurare tante transazioni anonime da 5’000 franchi. Uno dei clienti è stato condannato in Italia. L’inchiesta aveva stabilito che l’uomo riciclava in Ticino, anche attraverso uffici di cambio, denaro che la “Banca della camorra” di Milano prestava ad imprenditori in difficoltà con tassi da usura dal 30 al 40%.
Il processo getta quindi più di un’ombra sui controlli esistenti nel settore degli uffici cambio. In Ticino, da alcuni mesi, l’autorità di vigilanza sui fiduciari ha inasprito i requisiti per il rilascio dell’autorizzazione ad aprire un’agenzia di cambio. Non si esprime sul tema l’organismo di autodisciplina del settore, PolyReg, che non concede interviste.
Bernasconi: “L’entità delle multe è ridicola”
Mette invece in dubbio l’efficacia delle sanzioni l’avvocato Paolo Bernasconi, che è stato, giorni fa, tra i docenti di un corso rivolto a fiduciari e cambisti che si è tenuto al Centro studi bancari di Vezia. Il fatto che sotto i 5’000 franchi non ci sia un controllo del cliente, è dovuto alla ragione che “il legislatore si preoccupa di emanare delle regole che non siano un’angheria nei confronti del cittadino comune, ad esempio il turista che vuole cambiare pochi franchi. Per non infastidire le persone oneste”.
Ma la soglia, continua Bernasconi, “non deve essere mai la scusa per mettersi la benda sugli occhi. Cambiare sotto il limite alle stesse persone e parecchie volte in un periodo ristretto è un segno evidente di volontà di riciclaggio”. Il legislatore ha previsto delle sanzioni che, continua l’avvocato, “secondo me, sono ridicole. Una multa di 5’000 o 10’000 franchi non ha nessun effetto deterrente”. L’unico deterrente “davvero interessante è che la persona condannata perde la sua autorizzazione ad esercitare. Se fosse uno straniero residente in Svizzera perde questo diritto. Benissimo! Tuttavia c’è un altro aspetto che interessa di più ed è quello della prevenzione. Il controllo sugli uffici di cambio non dovrebbe limitarsi, come ora, ad una visita o due all’anno”.

A processo un cambista del Mendrisiotto
Il Quotidiano 26.10.2023, 19:37