Dossier

Nepal: un anno dopo

A dodici mesi dal terremoto che ha colpito il Paese asiatico, la RSI torna sui luoghi delle rovine, con diversi reportages

25.04.2016, 09:35
07.06.2023, 19:29

Palloncini colorati: simbolo delle anime che volano verso l'aldilà. Proteste: 4 milioni di nepalesi ancora senza casa

Oltre 9’000 vittime, 21’000 feriti, milioni di senzatetto: è questo il bilancio causato dalla scossa di magnitudo 7,6 Richter, registrata il 25 aprile 2015, alle 11,56 locali. È passato un anno dal terremoto che ha colpito il Nepal. La RSI torna sui luoghi delle rovine, con diversi reportages, in tv, radio e sul web.

Domenica, durante una cerimonia ufficiale, presieduta dal primo ministro nepalese Khadga Prasad Oli, è stata deposta una corona di fiori, al centro della capitale, il luogo dove si ergeva la torre Dharahara, bianca, di nove piani e 62 metri di altezza, che era Patrimonio dell'UNESCO e che al momento del sisma era piena di turisti. Crollando completamente al suolo, intrappolò quel giorno mortalmente 132 persone. E dopo i discorsi di rito e l'osservazione di un minuto di silenzio, le autorità hanno liberato nel cielo migliaia di palloncini colorati, simbolo delle anime che volano verso l'aldilà.

A Kathmandu non è mancata però neppure una manifestazione di protesta organizzata da decine di attivisti di movimenti sociali nepalesi che, vestiti di nero e con striscioni e cartelli, hanno gridato slogan ostili al Governo, dimostratosi lento nel mantenere le promesse di costruire un milione di case per i senzatetto, nonostante aiuti per 4,1 miliardi di dollari promessi dalla comunità internazionale. In Nepal quattro milioni di persone stanno ancora vivendo in rifugi temporanei, una condizione che rappresenta una minaccia permanente alla loro salute e dignità.

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