Sono 6,3 milioni gli austriaci chiamati alle urne domenica per le elezioni presidenziali. La riconferma dell'attuale capo dello Stato Alexander Van der Bellen viene data per certa, visto che popolari e socialdemocratici hanno rinunciato a propri candidati. L'unico dubbio riguarda il fatto se all'esponente dei Verdi basterà il primo turno per restare inquilino dell'Hofburg, l'ex residenza degli Asburgo e oggi sede del presidente.
I seggi saranno aperti fino alle 17.00, dopodiché inizierà lo scrutinio e arriveranno i primi exit poll. In Austria il numero dei voti per corrispondenza è tradizionalmente molto alto. Per le presidenziali sono state emesse infatti quasi 900'000 schede elettorali per posta, ovvero il 14% degli aventi diritto. Visto che in Austria gli elettori che preferiscono la cassetta delle lettere all'urna elettorale in genere spostano l'ago della bilancia verso i partiti e candidati liberali, il risultato di Van der Bellen dovrebbe migliorare in un secondo momento, con lo scrutinio del voto per corrispondenza.
Infatti, solo uno dei sei sfidanti è da considerare liberale. Si tratta di Dominik Wlazny della Bierpartei, il partito della birra. Il viennese 35enne, in arte Dr. Marco Pogo, è un musicista, cabarettista e medico. Secondo alcuni osservatori, proprio la sua candidatura, anche se per molti versi provocatoria e ironica, potrebbe mettere a rischio la rielezione di Van der Bellen già al primo turno, attirando appunto elettori di sinistra scontenti e, di conseguenza, favorendo indirettamente la destra. I sondaggi danno Wlazny intorno all'8%, mentre Van der Bellen tra il 51 e il 58%. In caso di ballottaggio il 78enne se la dovrà invece vedere con Walter Rosenkranz dell'ultradestra FPOe, che nei sondaggi è al 16%. Il rappresentante dello stesso partito di destra, nel 2016, a titolo di paragone aveva quasi finito per spuntarla, fermandosi al 46%.