"Non colpevoli". Così si sono dichiarati i cinque poliziotti comparsi venerdì davanti a un giudice di Memphis (Tennessee) con le accuse di omicidio di secondo grado, aggressione aggravata e rapimento, per aver pestato a morte l'afroamericano Tyre Nichols.
Lo scorso 7 gennaio, gli agenti dell'unità speciale Scorpion di Memphis, poi disciolta dopo il fatto, avevano picchiato selvaggiamente il 29enne Nichols, dopo il fermo per una violazione al codice stradale. L'uomo era morto per le ferite tre giorni dopo. L'episodio aveva suscitato indignazione e proteste in tutti gli Stati Uniti.
"Comprendiamo che questa vicenda possa suscitare forti emozioni, ma vi chiediamo di essere pazienti", ha detto il giudice James Jones Jr. "Tutti vogliono che il caso sia chiuso il prima possibile, ma è importante che ognuno abbia il diritto a un processo equo".
Nella sala d'udienza del tribunale era presente anche la madre di Nichols, accompagnata dal suo avvocato Ben Crump, specializzato in episodi di violenze da parte della polizia.