Sulle terrazze dei bar ginevrini della partita Svizzera-Scozia di ieri sera non c’è stata nessuna eco. I televisori erano infatti spenti, perché la città ha deciso di vietare ai locali pubblici di trasmettere le partite fino ai quarti di finale, quindi fino al 5 luglio. Il motivo? Contenere i rischi legati al disturbo e alla sicurezza in città, in particolare al Plainpalais, definito l’epicentro della passione calcistica durante gli europei. La mossa non è però piaciuta all’associazione professionale dei proprietari di ristoranti e alberghi, che vede dissolversi clientela ed entrate, come emerge dalle parole del suo presidente Anthony Castrilli.
“È un’altra specialità di Ginevra, è l’unica città in Svizzera ad aver preso una decisione simile – spiega il presidente dell’associazione Anthony Castrilli –. Una decisione che è stata tra l’altro comunicata all’ultimo momento, il 13 giugno, alla vigilia dell’inizio dell’Europeo. In passato abbiamo sempre avuto l’autorizzazione per questo genere di eventi, ma ora la città ha creato la più grande ‘fanzone’ della Svizzera. Viene quindi da pensare che per assicurarsi che sia redditizia, le autorità abbiano vietato ai ristoranti di trasmettere le partite. Ma questa è concorrenza sleale”.
L’associazione professionale dei proprietari di ristoranti e alberghi ginevrini si sta battendo contro la decisione. Ha chiesto un incontro con le autorità, ma teme che - anche se dovesse ottenere ragione - sarà una vittoria amara, che sopraggiungerà quando tante partite saranno ormai state giocate.