È una collezione, immensa, di settemila scatole quella raccolta da Franco Grassi del “Piccolo museo della scatola di latta”. Costretto a chiudere per fine ottobre gli spazi espositivi ad Aquila, che attualmente la ospitano, è disposto a cedere il frutto della sua ricerca. A patto che rimanga un museo in Valle di Blenio. Per ospitarla servono almeno 150 metri quadrati. Le trattative sono in corso ma per il momento ancora nulla di fatto.
Le scatole di latta raccolte da Grassi rappresentano regali, ma anche ritrovamenti nei mercatini e nelle cantine. Barattoli che potevano contenere di tutto e una volta svuotati diventavano un contenitore ideale per piccoli oggetti come bottoni, viti, aghi, bulloni, un riciclo che ne ha garantito la conservazione. La più vecchia è del 1862, la più nuova è di quest'anno.
Sono state le scatole di famiglia a dare il via alla collezione. Era il 1980. "Ci sono scatole fatte ancora a mano, ce ne sono di serigrafate e di più recenti, fatte al computer, belle anche loro ma forse di minor valore. Ma anche le nuove diventano vecchie” dice con saggezza ed affetto nei confronti di una passione che si spera trovi un nuovo contenitore.