Ticino e Grigioni

Ticinesi incassano due "no"

Il Consiglio federale contrario alle mozioni di Quadri e Romano sui rapporti con l'Italia

  • 17.05.2018, 13:59
  • 23.11.2024, 01:29
I consiglieri nazionali ticinesi Lorenzo Quadri (Lega) e Marco Romano (PPD)

I consiglieri nazionali ticinesi Lorenzo Quadri (Lega) e Marco Romano (PPD)

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Niente disdetta dell'accordo con l'Italia sulla fiscalità dei frontalieri e niente rinvio della firma in attesa che Roma conceda agli operatori svizzeri la possibilità di prestare servizi in campo finanziario. È questa la risposta che le mozioni dei due consiglieri nazionali ticinesi, Lorenzo Quadri (Lega) e Marco Romano (PPD), hanno incassato giovedì dal Consiglio federale.

L'atto del leghista proponeva di denunciare l'accordo del 1974 "essendo le aspettative di concluderne uno nuovo e più equo sfumate dopo le recenti elezioni italiane". "La situazione politica attuale non consente di fare previsioni", ha ammesso l'Esecutivo, ribadendo che "una soluzione soddisfacente è già stata trovata con l'accordo siglato nel dicembre del 2015".

Il pipidino, invece, voleva "rivedere la strategia dei negoziati bilaterali con l'Italia sulla fiscalità dei frontalieri e sull'accesso al mercato dei servizi finanziari, la Svizzera dovrebbe trattare i due temi in modo congiunto". "Si tratta di due temi diversi", è stata la risposta del Governo che, per quanto riguarda una destinazione vincolata dei ristorni, sottolinea come "l'accordo non prevede alcun vincolo giuridico che autorizzerebbe le autorità svizzere ad avere diritto di co-decisione sul modo in cui la compensazione finanziaria viene utilizzata". "È dunque compito dell'Italia - precisa - progettare e finanziarie le proprie infrastrutture". Ma c'è la possibilità che il Ticino adotti un accordo separato con la Lombardia.

ATS/px/Notiziario 11.00

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