E’ approdato martedì nell’aula del Senato, a Roma, il disegno di legge firmato da Partito Democratico e Forza Italia che ha come obiettivo la legalizzazione della prostituzione in Italia. Così dopo la Lega Nord, che lo scorso febbraio ha presentato un referendum allo scopo di tassare le lavoratrici del sesso, ammettendo pure di aver guardato al "modello svizzero", altri gruppi politici provano a "regolarizzare la professione" con proposte di legge che dovranno avere l’avallo di entrambi i rami del parlamento.
La senatrice del PD Maria Spilabotte, nel presentare il progetto ha fatto presente che il testo vuole "riconoscere i diritti di prostitute e gigolò per limitare il fenomeno della tratta di esseri umani".
La proposta avanzata è quella di dotare queste persone di un patentino professionale, di una partita IVA per il pagamento delle imposte con l’obbligatorietà di controlli psico-fisici e la possibilità di prostituirsi in locali solo dopo il permesso ottenuto dai Comuni. I numeri forniti dai politici giustificano, secondo loro, l’urgenza di una regolamentazione: Un conto empirico, infatti, rivela che le prostitute attive sono circa 70'000, con un giro di clienti che si attesterebbe sui 9 milioni ed una stima fiscale che parla di possibili entrate nellecasse italiane tra i 5 ed i 10 miliardi di euro.
Se questa proposta venisse accettata dal resto dei partiti italiani, potrebbero esserci dei risvolti diretti anche nel mondo delle luci rosse in Ticino, che vedono proprio nei clienti italiani i maggiori frequentatori dei postriboli del cantone.
sdr