Intervista

Il redditizio mercato del sonno

Un terzo della popolazione in Svizzera ha difficoltà a dormire - Un fenomeno globale che ha portato alla crescita di un fruttuoso settore economico

  • Ieri, 05:47
  • Ieri, 07:01
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L'uso degli schermi poco prima di dormire è una delle cause dei disturbi del sonno

  • Keystone
Di: Mathilde Salamin (RTS)/sf 

Una persona su tre in Svizzera soffre di disturbi del sonno, secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica. Un problema che va ben oltre i confini della Confederazione e le cui cause non sono ancora perfettamente chiare, ma a cui contribuiscono l’aumento dello stress e l’irruzione del digitale nella vita quotidiana.

Il fenomeno ha portato alla nascita di un redditizio mercato, studiato da Philippe Zawieja, psicosociologo e ricercatore associato all’Università di Montreal, che RTS ha intervistato.

Il succoso mercato della stanchezza (Tout un monde, RTS, 05.05.2025)

In cosa consiste l’economia del “dormire meglio”?

In generale, si tratta di investimenti privati volti a migliorare la qualità del sonno. Troviamo investimenti in letti, materassi, cuscini, coperte e lenzuola. A livello globale, è un mercato che vale tra 85 e 90 miliardi di euro. Poi ci sono i dispositivi di fototerapia, il consumo di farmaci per dormire e il mercato delle tisane e degli infusi.

Secondo i dati della Confederazione, un terzo degli svizzeri ha difficoltà ad addormentarsi o soffre di insonnia. È una novità?

Il nostro rapporto con il sonno è strettamente legato all’urbanizzazione. In particolare, c’è stata l’introduzione dell’illuminazione a gas, seguita dall’illuminazione elettrica nelle strade. Nelle grandi metropoli, e sempre più nelle città di dimensioni minori, l’oscurità non regna mai, nemmeno nel cuore della notte. Le metropoli vivono 24 ore su 24 senza mai fermarsi. Ci sono picchi di attività durante il giorno, ma la vita notturna rimane relativamente importante, se non intensa. Questo cambiamento dei ritmi sociali comporta luce, rumore e stimolazioni sensoriali costanti che non sono buone per la qualità del nostro sonno.

Infine, la diffusione degli smartphone e degli schermi ha aumentato i nostri problemi di sonno. Gli smartphone sono molto spesso posizionati accanto al nostro letto e questo ci mantiene in uno stato di vigilanza permanente.

Gli orari d’ufficio ci impongono comunque un ritmo. Come mantenerlo?

Facendo appello a un mercato che, penso, sia il più redditizio nell’economia capitalista: quello del “dormire meno” e quello che maschera le tracce e i sintomi di stanchezza. Ciò comporta il consumo di caffè, tè, il mercato dei succhi di frutta, delle bevande energetiche e degli integratori alimentari. Abbiamo anche le sostanze illecite, le droghe, che sono un importante indicatore dello status della stanchezza e della lotta contro la stanchezza nelle nostre società. Infine, abbiamo i prodotti destinati a mascherare i segni di stanchezza. Penso ai cosmetici antifatica, un mercato stimato a 17 miliardi nel 2023, con una proiezione a 27 miliardi nel 2033.

Infine, c’è un ultimo settore industriale ed economico che deve essere collegato alla lotta contro la stanchezza. È il mercato del tempo libero e del riposo che è destinato sia a combattere la stanchezza che a prevenirla. Il settore del turismo rappresenta il 10% dell’attività economica mondiale.

Si parla di creazione di ricchezza. La stanchezza può anche distruggere ricchezza?

Si stima che l’1,5-3% del PIL mondiale venga distrutto dalla stanchezza. Questo stato ha un impatto negativo sulla nostra salute mentale e fisica. Tende ad aumentare il rischio di obesità e sedentarietà.

La stanchezza ha anche conseguenze sulla produttività, l’efficienza e la qualità delle relazioni umane. Sappiamo, ad esempio, che i team di operatori sanitari stanchi commettono più errori rispetto a quelli meno affaticati. È facile capire che la posta in gioco possa essere potenzialmente alta. Allo stesso modo, in professioni come gli operatori delle centrali nucleari o i piloti di linea, è evidente che la stanchezza può mettere in gioco questioni di sicurezza che riguardano decine, centinaia o persino migliaia di persone.

Siamo tutti uguali di fronte alla stanchezza?

No. Innanzitutto, c’è chi dorme poco e chi dorme tanto. E poi ci sono i nottambuli e i mattinieri. In realtà, la maggior parte delle persone si trova a proprio agio con orari più tardivi. Ma i tempi sociali, come gli orari di lavoro, interferiscono con i nostri ritmi individuali.

Qual è dunque la soluzione?

Aumentare l’attività fisica in modo ragionevole e preservare zone protette, aree di riposo e di riduzione dello stress. Momenti di relax come periodi dedicati alla lettura. Non si usa né Instagram, né lo smartphone, né altro, per 30, 40, 60 minuti prima di andare a dormire. E se, nel medio termine, si nota che non c’è alcun miglioramento, la prudenza e il buon senso suggeriscono di consultare uno specialista del sonno.

47:30

Rimanere chiusi in casa, Casati e il suo SocialClip, Raba nel Blackout e il sonno di Sefora.

Non ci resta che... 05.05.2025, 10:00

  • Ottavio Panzeri, Ellis Cavallini, Sefora Camenzind e Fabio Simesuc
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