Sul delitto di Via Valdani è calato il sipario. Nei giorni scorsi il ministero pubblico, inizialmente intenzionato a ricorrere contro il proscioglimento di Mirko Ignorato, ha infatti ritirato la dichiarazione di appello, mantenendola unicamente per le questioni di carattere risarcitorio. La sentenza di primo grado è dunque diventata definitiva.
Era la sera del 27 novembre 2015 quando – ricordiamo – Pasquale Ignorato e il figlio Mirko entrarono nell’autorimessa di Chiasso. Aspettavano l’arrivo di Angelo Falconi; l’amministratore dello stabile da cui la famiglia, oberata dai debiti, stava ormai per essere sfrattata. Pasquale affrontò il 73enne, che al culmine della lite uccise a colpi di spranga.
Gli Ignorato fuggirono poi in Italia, a Ercolano, dove vennero arrestati nei giorni successivi. La procura ticinese ipotizzò il reato di assassinio: tanto per il padre, quanto per il figlio. Sosteneva che anche Mirko avesse preso parte all’aggressione, ferendo la vittima con un coltello (mai ritrovato).
Diversa la tesi del giovane, difeso dall’avvocato Elio Brunetti. Lui – replicò – si era limitato ad accompagnare il papà, ignaro del fatto che in auto ci fosse una spranga. Durante il litigio aveva provato a dividere i due, e alla vista del sangue era infine scappato.
Per dirimere sull’eventuale presenza di un’arma da taglio furono allestite ben tre perizie. Nel dicembre del 2021 il caso approdò in aula. La Corte delle Assise Criminali condannò Pasquale Ignorato a 17 anni di carcere. Mirko – come detto – fu invece prosciolto: sia dall’accusa di assassinio, sia da quella di riciclaggio di denaro.