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Guerra annunciata contro un presidente eletto

Guatemala: dopo la vittoria alle urne, Bernardo Arevalo chiede aiuto alla popolazione, contro i tentativi di annientarlo politicamente prima che possa assumere la presidenza

  • 03.09.2023, 09:13
  • 03.09.2023, 19:28
Bernardo Arevalo, nuovo protagonista della scena politica in Guatemala

Bernardo Arevalo, nuovo protagonista della scena politica in Guatemala

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Di: Laura Daverio 

“E’ un colpo di stato” denuncia Bernardo Arevalo, il candidato anticorruzione che è passato in pochi mesi da politico di nicchia a vincitore delle elezioni presidenziali. Fa appello alla popolazione perché si unisca contro gli attacchi contro di lui e il suo partito Semilla, in italiano “Seme”.

Bernardo Arevalo è emerso a sorpresa come protagonista della scena politica nel giugno scorso al primo turno, e al ballottaggio in agosto ha ottenuto il 60.9% dei voti, contro il 37,25% di quelli ottenuti da Sandra Torres, ex first lady al terzo tentativo di conquistare la presidenza. Dopo quasi due settimane dallo spoglio dei voti, Torres rifiuta di riconoscere la vittoria dell’avversario, citando irregolarità elettorali. Arevalo, figlio del primo presidente eletto democraticamente nel paese, sociologo e diplomatico, ha galvanizzato il paese e soprattutto i giovani, ma ha fatto anche tremare un sistema politico profondamente corrotto. La sua vittoria lasciava poche aspettative sul fatto che sarebbe stata una transizione semplice, e così è stato.

Il partito Semilla, a cui appartiene Arevalo, è stato fondato nel 2017. Ma solo dopo la vittoria alle primarie un giudice ne ha messo in dubbio la legittimità. L’accusa sarebbe di irregolarità nella raccolta di firme al momento della sua fondazione. La protesta popolare che ne è seguita ha fatto sì che Arevalo riuscisse a presentarsi alle elezioni, ma l’ordine del giudice non è stato ritirato, tanto che adesso si è arrivati a dichiarare invalido lo status giuridico di Semilla.

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A seguire il congresso ha votato per riconoscere i deputati di Semilla come “indipendenti”, invece che appartenenti a un partito: un’etichetta che toglie loro la possibilità di ricoprire cariche di leadership nel paese. Proprio a loro che hanno vinto le elezioni.

Mentre tutto questo accadeva, il Tribunale Superiore Elettorale ha invece riconosciuto ufficialmente la vittoria di Arevalo. Anche il presidente uscente Alejandro Giammattei si è congratulato con lui.

È importante ricordare che decine di giudici, pubblici ministeri e giornalisti sono fuggiti da persecuzioni in Guatemala e si trovano in esilio all’estero. Solo 5 giorni fa è stata anche arrestata Claudia Gonzales, avvocata che ha lavorato per la Commissione Internazionale contro l’Impunità. Un’organizzazione che ha operato in Guatemala per 12 anni, fino alla revoca del suo mandato nel 2019. E’ in questo clima politico e giuridico che si gioca non solo il futuro di Bernardo Arevalo, ma la stessa democrazia in Guatemala.

Queste elezioni hanno attirato grande attenzione anche oltre i confini del paese. Osservatori internazionali hanno seguito sul campo il giorno delle elezioni, senza riscontrare irregolarità, riconoscendo la legittimità della vittoria di Arevalo. L’appoggio che ha ottenuto all’estero si unisce alla pressione che stanno facendo i cittadini che chiedono il rispetto del voto.

Se questo sarà sufficiente perché Arevalo riesca a diventare presidente il prossimo 14 gennaio, data di passaggio delle consegne, rimane tutto da provare. Nel frattempo è stata richiesta per lui maggiore protezione, da quando si sono rivelate informazioni su un possibile attentato alla sua vita.

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